TI SVELO IL SEGRETO DELLE RELAZIONI SANE
NON è importante che tu risolva i conflitti!
Hai letto bene! Se vuoi aiutare i clienti ad avere una relazione sana, aiutare la coppia a risolvere i conflitti NON è l’elemento più importante!
Non lo dice Mara Porcaro, ma la Scienza!
Più nello specifico, John Gottman, ricercatore ed esperto mondiale di relazioni, ha osservato nel suo Love Lab, che lavorare sui conflitti, durante le sedute di coppia, andrà a beneficio della coppia, ma la cosa più importante, che gioverebbe a lungo termine a quella relazione, è “l’amicizia”.
Io la chiamo “complicità”
integrando anche aspetti dell’intimità erotica, poco approfonditi nel Love Lab.
Quando parlo di complicità, intendo quel legame profondo, intimo e “sicuro”, che fa guardare nella stessa direzione i partner, nel desiderio di costruire progetti condivisi, in connessione emotiva ed erotica.
Il vero successo delle coppie a lungo termine, come dimostrato dalle ricerche anche di altri esperti delle relazioni, è basato sulla loro capacità di costruire quel legame profondo e intenzionalmente connesso, che consenta una sintonizzazione (sia dal punto di vista di intelligenza emotiva che intelligenza sessuale).
Ma perché l'amicizia (o la complicità) è l'elemento più importante di un rapporto solido e duraturo?
I motivi sono i seguenti:
Rafforza la coppia aiutando ogni partner a sentirsi più amato e apprezzato per quello che è.
Contribuisce a creare significati condivisi, favorendo la costruzione di progetti che permettano l’integrazione della coppia, nella dimensione di appartenenza.
Favorisce il senso di sicurezza e l’intenzionalità, grazie alla disattivazione dell’amigdala (sede cerebrale della paura, che attiva la risposta di attacco - fuga quando ci si sente in pericolo o non “al sicuro”) che può essere inondata da impulsi elettrici e ormoni, quando uno dei partner ha una storia traumatica non elaborata.
Aiuta a costruire l'intimità, emotiva ed erotica.
Favorisce la salute fisica e mentale (infatti, le coppie “sane” sono anche più in salute).
Aiuta l’accumulo del “capitale positivo” nel cosiddetto “conto bancario emotivo” (rif. Gottman), perché, quando si condividono molte più esperienze positive insieme, è più semplice superare le esperienze negative (secondo Gottman, affinchè un rapporto possa funzionare bene, per ogni interazione negativa dovranno corrispondere 5 interazioni positive).
Sollecita la passione, anche nel lungo termine, contrastando l’apatia sessuale.
Come aiutare la coppia a sviluppare la complicità?
Innanzitutto, contrastando la cultura tossica dell'individualismo che danneggia fortemente ogni relazione.
La cultura “io, io io”, in cui siamo immersi, alimenta l’individualità e il senso di fiducia solo in se stessi. Costruire la complicità, per dare alla coppia la chance di vivere insieme a lungo, è una sfida per i professionisti che lavorano con le coppie.
Terry Real suggerisce di creare una “biosfera relazionale”, ovvero un contesto di relazione in cui la coppia comprenda che, in una discussione o in un conflitto, non ha importanza chi ha ragione o chi ha torto.
Per far funzionare la relazione, deve funzionare il “noi”.
In quest’ottica, se un partner vince e l'altro perde, perdono entrambi, ecco perché far funzionare la relazione è NEL LORO INTERESSE (e questo lo dice anche Marshall B. Rosenberg, Sue Johnson e tanti altri ).
Questa è anche la legge dell’abbondanza, perché nessuno ha più dell’altro, dunque, è vantaggioso per entrambi funzionare e “lavorare” bene insieme..
Ecco qualche spunto, utilizzato dai migliori esperti di coppia nel panorama mondiale, per ingaggiare i partner fin dal primo incontro:
1. Invece di osservare quali sono i fattori di stress che la coppia sta vivendo ora e che rappresentano i triggers che li portano in terapia (i più comuni sono gestione dei soldi, genitorialità, mancanza di sesso, ecc.),
2. invece di identificare la coreografia tra i due (chi insegue e chi si ritira),
3. prova a iniziare con la “biologia” che, attraverso la lente della sessualità, ti permette di osservare immediatamente lo stallo, il blocco della coppia e, in tempi rapidissimi, ti aiuta a decidere (già in prima sessione) come intervenire per aiutare la coppia a costruire questo ingrediente “magico” che garantirà la durata a lungo termine della relazione.
La prima domanda da farsi è:
A QUALE PARTE DEL CERVELLO STO PARLANDO?"
1. Parlo alla corteccia prefrontale, la parte più matura del cervello, ovvero quella parte premurosa, presente, compassionevole, consapevole e intenzionale (quella dell’Adulto Saggio)?
2. O sto parlando con parti subcorticali, più antiche, che attivano il bambino interiore, difeso, impaurito, che ha bisogno di sentirsi al sicuro PRIMA di connettersi, emotivamente ed eroticamente, nella relazione con il partner?
Porges, con la teoria polivagale, ci ha mostrato come il sistema nervoso autonomo (SNA), quando ci sentiamo in pericolo, attivi, in modo automatico (e involontario), il circuito dorso vagale (DV), che genera una risposta di freezing, o il sistema nervoso simpatico (SNS) che genera attivazione metabolica, necessaria per attacco-fuga, allo scopo di fronteggiare la minaccia percepita.
Dunque, se nella coppia che ho di fronte, sto parlando “all’amigdala” (di uno o di entrambi), NON POSSO CREARE SUBITO LA COMPLICITA’ CON IL PARTNER! Prima devo tranquillizzarlo e farlo sentire al sicuro.
Tutto questo ha a che fare con la nostra neurologia e con il modo in cui sperimentiamo noi stessi.
Questa continuativa preoccupazione per la nostra sicurezza è innata e costitutiva del nostro essere. Non possiamo farne a meno, né sarebbe auspicabile disattivare la nostra neurocezione, perché non saremmo in grado di proteggere noi stessi lungo l’arco della nostra vita.
Dunque, ricorda sempre che devi:
Calmare prima di costruire complicità!
Quando senti che il cliente e la coppia abbiano raggiunto un buon livello di sicurezza, quando hai calmato il “bambino interiore”, puoi rivolgerti all’Adulto Saggio e, con la Mindfulness Relazionale o i protocolli di Sensual Mindfulness, puoi lavorare sulla complicità.
Se sei un terapeuta o un consulente di coppia, avrai sicuramente il tuo metodo o la tua mappa, per lavorare su questo aspetto così importante che massimizza i risultati del lavoro con la coppia a lungo termine.
Ma ecco cinque tips per costruire complicità:
1. Tempo
2. Divertimento
3. Ammirazione
4. Intenzione
5. Fare Squadra
Se ti piace vedere la scintilla nello sguardo dei tuoi clienti alla fine di una sessione, se dare vita a una relazione spenta ti risuona fortemente, se hai voglia di alimentare la speranza di un “mondo relazionale” più sano, rispettoso, libero,
prova a condividere la mia mission:
Cambiare la cultura egocentrata in cui viviamo, che favorisce l’alienazione, l’individualismo e l’abuso,
e integra una nuova visione della sessualità, che contribuisca a creare Benessere, Connessione e Vitalità.